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Contributo audio di Marco Camenisch per iniziativa durante campeggio NoTav in Val Susa – Estate 2012

Posted in Archivio (it), Materiale di agitazione.


Contributo audio di Marco Camenisch per il primo incontro per la liberazione della terra – 10-11-12 SETTEMBRE 2010 – Piombino (provincia di Livorno), Italia

Posted in Archivio (it), Materiale di agitazione.


-Belgio- niente TV, niente telefono, niente radio per chi vota

AVALANCHE, LUGLIO 2014, # 2, anarchistcorrespondence pag. 14

 

-Belgio- niente TV, niente telefono, niente radio per chi vota

Fuori servizio -Belgio- Luglio 2014 (dall’ingl. mc, Menzingen -CH-, luglio 2014)

 

Il giorno prima delle elezioni europee e nazionali, 24 maggio 2014, il circo delle opinioni ed il bombardamento incessante di menzogne e promesse volge al suo fine. L’elettore è pronto a fare il proprio dovere da cittadinx. Si lamenta, non c’è dubbio. Si lamenta che i politici non hanno più idee, che sono tuttx uguali, che sono una grande e unica mafia. Ma va all’urna, sceglie il proprio padrone ed acconsente affinché tutto continui come prima. E così diventa complice dex politicx. E così diventa, pure lui, nemicx di coloro che rigettano tutto questo circo, che si rifiutano di continuare ad avere dei padroni o capi, destra o sinistra, corrotti o “onesti”. Diventa il nostro nemico, nemicx di coloro che si sono innamoratx della libertà.

Il giorno prima delle elezioni. Durante la notte a Wavre, un grande traliccio di trasmissione della TV e radio pubblica francese RTBF è dato alle fiamme. L’incendio provoca un black-out totale di molte stazioni radio e l’interruzione di qualche emittente TV digitale. Nella provincia di Brabant Wallonia e nel sud di Bruxelles è a terra l’intera rete mobile internet e della telefonia mobile della compagnia Base, poiché l’antenna funzionava anche come nodo tra decine o anche centinaia d’antenne per la telefonia mobile. Altrove, nel Brabant Fiammingo, è colpita un’altra antenna di trasmissione, questa volta della TV e radio pubblica fiamminga VRT, pure incendio. Sono interrotte alcune emittenti radio. Così, nella notte prima delle elezioni e nel giorno delle elezioni, centinaia di migliaia di persone sono state una volta tanto protette dal bombardamento di dati, dalla follia della comunicazione moderna che non è altro che alienazione, dal controllo delle menti che i potenti realizzano tramite il loro apparato di propaganda.

Nel giorno delle elezioni avremmo tuttx dovuto ascoltare la voce del padrone che ci arriva via internet, TV e radio. Avremmo dovuto parlare tutto il giorno dei risultati delle elezioni ma, forse, grazie a questi atti di sabotaggio, qualcunx ha parlato di qualcos’altro, chissà.

Il sabotaggio provoca una rottura, una crepa nella normalità. Qualcosa che non era previsto. Qualcosa di anomalo. Nulla di strano, allora, vedere l’amministratore di RTBF dichiarare che “se un media è attaccato, è male per tuttx. Io penso che qualcuno voleva mandare un segnale disgustoso.” Disgustoso? Per chi? Disgustoso è la parola che riserviamo piuttosto al circo elettorale, al mondo in cui viviamo, allo spettacolo con il quale il potere s’assicura il consenso dei suoi soggetti presentandolo come una “scelta”. Disgustosi sono i media che fanno il lavaggio del cervello, i giornalisti che trasmettono la voce del potere e legittimano tutte le atrocità commesse in nome del potere, dalla guerra fino all’intossicazione totale dell’ambiente ed agli omicidi commessi dagli sbirri. Disgustoso è ciò che stiamo vivendo in un tempo dove i mezzi di comunicazione sono onnipresenti, ma dove nessunx è più capace di comunicare, di dialogare, discutere, riflettere, poiché tuttx ripetono ciò che dicono le macchine e gli schermi.

Gli/le anarchicx sono nemici d’ogni autorità, sia di Stato, capitalista o patriarcale. Sanno che l’autorità non sono solo i politici, i capitalisti ed i dirigenti. Sono anche coloro che obbediscono, coloro che consentono di essere sfruttati, e coloro che eseguono gli ordini. Anche se non vogliamo mai mettere allo stesso livello coloro che esercitano e subiscono l’autorità, coloro che possiedono le industrie e coloro che sono sfruttatx nelle fabbriche, coloro che vestono l’uniforme e coloro che sono costrettx a rispettare i primi, non finiremo mai di dire che l’unico modo per emanciparsi è cominciare a lottare, è la rottura con la convivenza tra padroni e schiavi.

Probabilmente siamo in tantx a chiederci: come è che, dopo secoli di oppressione e sfruttamento, il sistema capitalista ed il potere dello Stato sembrano tuttora godere di tanta e buona salute? Perché non sono stati sradicati dalla faccia della Terra, gettati nelle fogne come ogni altra putredine? Ci sono stati molti tentativi, tentativi d’insurrezione e di rivoluzione sociale. Ma oggi dobbiamo ammettere il fatto che il dominio è riuscito a coinvolgere una vasta maggioranza dex sfruttatx stessx. Con il feticismo del consumo, il generale abbrutimento, la decentralizzazione e con ciò la diffusione del potere in tutte le sfere della vita umana, il capitale e lo Stato sembrano, per il momento, riuscire a bloccare ogni orizzonte che non sia la riproduzione dell’esistente. Questa riproduzione, la riproduzione sociale del dominio, è oggi probabilmente l’obiettivo principale da colpire con l’intervento rivoluzionario. Anche se di tanto in tanto possono scoppiare dei disordini e lo scontento si esprime nelle strade, anche se può esserci qualche reazione virulenta contro l’ennesimo crimine del potere, la questione è di mirare oltre, più in profondità, più fondamentalmente: si tratta di colpire quel che garantisce “il normale andamento delle cose”.

Tornando ai sabotaggi delle antenne di trasmissione RTBF e VRT, crediamo che forniscano alcune indicazioni importanti sui metodi di lotta da usare e sui possibili campi d’intervento. Se da un lato il mondo tecnologico istilla permanentemente, 24 ore su 24, rassegnazione ed accettazione del nostro “posto” nella società, che è quello della pecora che consuma, lavora ed obbedisce, questo mondo dipende anche da moltissime strutture materiali sparse attorno a noi, molto facili da attaccare. E nessuna forze militare o la sorveglianza più stretta potrebbero mai proteggerle davvero.

Provocare un cortocircuito nella vita quotidiana dell’abbrutimento e dello sfruttamento significa spaccare lo strato di cemento che ci sta schiacciando tuttx. Senza aspettare un momento magico dove “la gente” prenderà coscienza della propria situazione e scenderà nelle strade, perché aspettare fa solo il gioco del dominio, che giorno dopo giorno cresce e si consolida, sia a livello materiale (nuove galere, stazioni di polizia, industrie, reti di controllo) sia a livello mentale (lavaggio del cervello, cancellazione di ogni idea di vera rivolta, riduzione della vita a una merce).

Dalle crepe che i/le ribelli sapranno provocare può sorgere un altro orizzonte, un orizzonte di libertà e di rivoluzione sociale.

 

Da Hors Service -Fuori Servizio- giornale anarchico, #45, Bruxelles

 

… linksunten.indymedia… 119722

 

Berlino: fuoco a volontà su Sodexo

 

L’impresa servizi Sodexo è da quasi 20 anni nel mirino di gente come noi, che lotta contro il sistema razzista e neo-colonialista. Iniziò nel 1997 quando Sodexo offrì di assumersi la gestione del razionamento dei generi alimentari ed altri per i/le rifugiatx, e questo quando, malgrado un crescendo massiccio della critica, si stagliava all’orizzonte un enorme giro d’affari. Da allora, Sodexo è percepita internazionalmente come un’impresa che grazie ad una gestione più a buon mercato possibile, vale a dire riducendo razzisticamente la vita umana a fattore costi, è diventata una grande multinazionale con filiali in tantissimi paesi.

Dopo la privatizzazione della giustizia in Gran Bretagna, Sodexo gestisce in proprio 5 galere. Anche qui: gente senza lo status da cittadinx è consegnata all’economia privata da parte dello Stato giudicativo. Per questo le ditte come ringraziamento ottengono somme di denaro incredibili, e secondo le leggi del mercato dispongono di pieni poteri per lo sfruttamento delle loro risorse. E risparmiano in primis e sempre sulla risorsa vita. (…)

Saluti vanno agli ammutinati delle galere Sodexo in GB di marzo, quando 50 reclusi presero il controllo, e non per poco, di una sezione, e anche al gruppo che ci diede la notizia e che nel contempo fece saltare il tribunale di Yate con il gas e la benzina. Anche qui di recente ci furono azioni contro Sodexo: il 29.10.’13 ignoti incendiarono un’auto del parco macchine (rivendicazione su linksunten.indy…./org/de/node 98303) ed il 17.6 di quest’anno, come per magia ne bruciò un’altra (…/node/116868).

Durante il No-Border Camp a Bruxelles, un edificio Sodexo perse tutti i vetri ed un altro fu inondato con l’olio.

Proprio per i più recenti eccessi di coloro che vogliono governare i flussi migratori a Berlino ed altrove, riteniamo necessario ampliare di nuovo questa prassi e nel contempo sviluppare una strategia per danneggiare la macchina ben oltre le finanze ed il simbolico.

Visto che con l’arresto di Bernard del K.O.M.I.T.E.E. la storia ci sta giusto incalzando, dovremmo noi tuttx, cogliere l’occasione per trarne nuova forza e conoscenza. Ecco il nostro contributo in questa bella notte: dedichiamo una macchina Sodexo bruciata a Neukolln a Barnard, Peter e Thomas che quasi fecero saltare la galera per le espulsioni a Grunau, nel 1995, ma che per un errore hanno dovuto fuggire nell’ignoto fino ad oggi -purtroppo nel caso di Bernard solo fino ad inizio luglio 2014; arrestato in Venezuela è in attesa di estradizione in Germania: in trad.-.

Siamo d’accordo con “i compagni di percorso dei 3” e citiamo il loro recente testo pubblico:

La memoria quotidiana di oggi ai confini esterni dell’EU, l’apparato Frontex super armato, le condizioni disumane nei lager tedeschi, ma anche la lotta contro dex fuggiaschx, dimostrano di quanto altrettanto coraggioso e visionario era il tentativo dei compas, di farla finita, in un sito, con questa pratica del sistema.

… è ora di ricordare il passato: non solo il K.O.M.I.T.E.E ma anche i nuclei rivoluzionari (RZ) hanno contribuito a questa lotta con delle riflessioni intense.

Riflettiamo su quel che è stato fatto, inventiamoci/elaboriamoci cose nuove, delle strategie per una lotta contro il razzismo costituzionale e la logica di sfruttamento statale. Innalziamo la pressione sui dominanti e facciamo spazio per un mondo nuovo – liberato. Fino allora c’è solo: fuoco a volontà su Sodexo ed ogni altro profittatore di quest’ordine mondiale pieno di disprezzo per l’umanità.

Se muoiono le persone è doveroso che agiamo, perciò dobbiamo rafforzare la lotta contro coloro che hanno più a cuore il profitto ed il benessere e se ne fregano delle vite umane.

Macchine che bruciano possono essere solo una piccola luce nel cielo della resistenza, molte piccole stelle fanno una costellazione, tutte insieme una notte chiara.

 

Nota – vale per il testo originale in ted., ma anche come buona “dritta”: il trad.-: tuhutti lì erorri nel texto sono apposta come prevenzione contro la software comparativa.

 

Komi tee Galaxis

 

linkunten.indymedia.org/en/print/119385

Da: Gruppo Informale-Ecostruggletendencies, il 27.07.2014

 

Molotov contro l’oscenità delle condizioni-Molotov contro vetture di Bayer

(dal ted. mc, Menzingen, CH, 31.07.’14)

 

Nella notte del 26/27.7.’14 abbiamo lanciato varie molotov su varie vetture della “Bayer AG”-SA- dando con questo il “colpo” di partenza alla nostra propria Tendenza di Lotta Ecologica.

 

Veleni e sfruttamento:

Nella prima guerra mondiale, “Friedr. Bayer et comp.” (poi “Bayer AG”) produceva esplosivi e caucciù come agenti chimici di rilevanza bellica. Le difficoltà di rifornimento non erano causate dagli scrupoli bensì dai rischi di sicurezza e dalla mancanza di forza lavoro. Quando la guerra diventò guerra di trincea, si iniziò con l’applicazione strategica degli attacchi con il gas, per la quale Bayer forniva varie decine di migliaia di tonnellate di vari gas da combattimento.

Non contenta del giro d’affari, la “Friedr. Bayer et comp.” s’aggregò con varie altre ditte della chimica per formare una “comunità d’interesse” sull’esempio dei Trust Americani dell’epoca.

Lo smantellamento economico dopo la prima guerra mondiale durò poco e nel 1925, guidate da “BASF”, 9 compagnie chimiche crearono “JG Farben”.

Inizialmente (1926), “JG Farben” non era convinta delle aspirazioni dei nazionalsocialisti, ma si rese conto che la sua produzione di benzina sintetica non poteva funzionare senza essere sovvenzionata. Ancora nel 1932, un anno prima della vittoria elettorale del NSDAP- Partito Operaio Nazionalsocialista Tedesco- , cercarono il contatto con Hitler ottenendone l’assicurazione di appoggio.

Per garantire una stabilità di profitto, “JG Farben” si convinse dell’opportunità di contribuire con circa 400.000

Reichsmark -marco tedesco- alle spese elettorali del NSDAP. Da allora, la cooperazione con il regime nazionalsocialista fioriva quasi senza attriti. Quasi l’intero consiglio d’amministrazione s’iscrisse nel NSDAP e la monopolizzazione fece di “JG Farben” la quarta impresa mondiale.

Nella guerra civile spagnola supportava le orde franchiste di Franco con rifornimenti di denaro ed a Guernica la Luftwaffe ebbe, tra l’altro, l’occasione di collaudare una bomba incendiaria della “JG Farben” sulla popolazione civile.

Nella seconda guerra mondiale “JG Farben” produceva merce di rilevanza bellica e partecipò all’annientamento ed allo sfruttamento dex prigionierx nei KZ -lager di concentramento-.

Per es. l’agente antiparassitario Zyklon B era commercializzato da un’affiliata della “JG Farben”.

Appena trovato un sito adatto alla produzione di benzina artificiale nei pressi di Auschwitz, iniziarono immediatamente gli interventi di “JG Farben” per l’impiego di lavoro forzato. Il membro di un’associazione goliardica ed eminente impiegato della “BASF”/”JG Farben” Carl Krauch, a metà febbraio del 1941, inviava una lettera a Hermann Goring con la richiesta di convincere Himmler ad impiegare dex prigionierx dei lager come operax nello stabilimento di Buna. Dalla collaborazione con “JG Farben” Himmler s’attendeva la fornitura di materiali necessari all’ampliamento del KZ Auschwitz. In questo senso ordinò a Karl Wolff una stretta collaborazione con “JG Farben”.

Il numero di operai/e coattx per “JG Farben” non bastava affatto per finire la costruzione dello stabilimento di Buna. Nel 1942 le SS assegnarono a “JG Farben” come minimo 3.000 operax coattx, ma la compagnia disse che ne aveva bisogno di 15.000. Anche il trattamento dex operax da parte delle guardie SS dava fastidio ad “JG Farben”, come anche la pianificazione generale del commando di lavoro e gli itinerari “inutili”, dallo stabilimento al KZ. Ma questa scontentezza non è affatto da confondere con umanità; i problemi di “JG Farben” con la situazione e le SS erano nell’ambito dello sfruttamento che non poteva essere massimo per le vessazione delle SS e gli itinerari “superflui” dex prigionierx del KZ, nonché causa l’assegnazione confusionaria ai commandi di lavoro.

Il malcontento convinse “JG Farben” alla collaborazione con l’”Organizzazione Todt” ed, infatti, le cose “migliorarono” e furono forniti dei materiali edili. Nella primavera del 1942 11.200 persone lavorarono nella costruzione dello stabilimento di Buna nonché nella produzione già avviata ma secondo “JG Farben” le/i progionierx KZ non erano ancora sufficientemente sfruttatx poiché effettivamente non lavoravano mai più di 2.000 alla volta. Per “migliorare” anche questo la “JG Farben” perorò la costruzione di un lager extra ed il “Bunalager”, come poi si sarebbe chiamato, effettivamente “forniva” un numero maggiore di prigionierx KZ sfruttabili.

La costruzione e funzione dello stabilimento nell’intero periodo costò circa 25.000 vite umane: per il trattamento da parte delle SS, per malattie, sottonutrizione e pesantissimi lavori fisici. Tutto questo non solo succedeva sotto gli occhi della direzione della compagnia “JG Farben”, ma anche con il suo esplicito appoggio. Si creavano delle frizioni solo quando l’annientamento delle vittime del NS si sovrapponeva troppo all’ambito dex “idonex al lavoro”, di chi era sfruttabile. Coloro che erano finitx nelle grinfie delle SS diventarono massa da muovere, merce: una merce privata di ogni connotato umano, una merce “acquistata” da tante ditte, industrie ed aziende private, piccole e grandi, e che serviva degli interessi economici non giustificati solo con la guerra ma intesi ad andare ben oltre la “vittoria finale”.

Lo stabilimento, per la sua estensione, mole e poca protezione, “cadde vittima” delle bombe alleate e non fu mai del tutto terminato. Dopo la guerra “JG Farben” fu smantellata in varie aziende e così nasceva la “Bayer AG”. Con quasi ugual zelo continuò la sua opera d’annientamento dell’uomo e della natura e, con “l’iniziativa fondazione dell’economia tedesca”, tentò di disfarsi del suo periodo NS. La MG -Militante Gruppe- nel 2001 reagiva a questa fondazione con l’invio di proiettili.

Per il governo dell ‘Berliner Republik’ e l’industria tedesca si tratta di una ‘soluzione definitiva del problema’, del punto finale in senso giuridico, che vogliono porre sotto i crimini che nel nazismo sono stati commessi da tedeschi ed imprese tedesche.” (MG)

Che i crimini continuarono sotto altre forme, ecco quel che vogliamo dimostrare e contrastare in modo militante.

Per 5 anni irrorarono il Vietnam ed il Laos con l’Agent Orange; un forte defogliante e veleno. Se dapprima irrorarono solo la copertura (foresta pluviale), in un secondo momento l’esercito USA passò all’attacco delle colture per annientare la popolazione con la fame.

La ditta “Dow Chemical” (“Monsanto”+ “Bayer AG”) produsse l’Agent Orange per fornirlo all’esercito USA; fu impiegato in più di 6.000 missioni entro 5 anni, irrorandone più di 40 milioni di litri. Ed ecco un déjà-vu: come nella prima guerra mondiale, si presentano strettoie nella fornitura e stoccaggio. Ovviamente tutto si svolse alla luce del sole poiché, grazie all’enorme solidarietà internazionale, non si poteva mantenere segreto.

Le distruzioni provocate dai veleni presenti nell’agente ebbero, ed hanno tuttora, un impatto massiccio sull’ambiente e sull’uomo. La foresta pluviale si è rigenerata solo in parte e le mangrovie colpite sono state in alcune aree totalmente distrutte. I veleni s’introducono nel circuito alimentare dell’uomo e degli animali. All’epoca distrussero vaste parti delle popolazioni animali e provocarono danno tossici alle persone toccate direttamente dall’agente. Date le alterazioni genetiche che provoca, tuttora nascono dex bambinx affettx da malformazioni. Noi le persone con handicap non le consideriamo meno dignitose, ma nascono in una società capitalista, con tutte le sue pretese di valorizzazione ed i suoi pregiudizi che rende loro difficile la vita. Il governo USA elargisce solo microscopici risarcimenti; la “Bayer AG” non ne ha mai pagati.

Quando nel 1987-1988 le popolazioni curde furono attaccate con i gas tossici Tabun Sarin e S-Lost dall’Irak, era di nuovo coinvolta la “Bayer AG”. Nel 1984 vendette le licenze per la produzione di sostanze idonee all’armamento chimico e fornì un impianto completo, poi utilizzato per la produzione di gas tossici.

 

Attacco alle basi della vita:

Mediante la biopirateria, le grandi compagnie agricole, e chimiche tentano di accaparrarsi dei brevetti per rendere giuridicamente “loro proprietà” determinate piante, determinati animale e geni. Naturalmente anche Bayer: “secondo ricerche pubblicate dall’Istituto USA Edwards, Bayer produce il medicinale per il trattamento del diabete Glucobay con l’ausilio di un batterio proveniente dal lago keniota di Ruiro. La ditta confermò al giornale brittanico Independent che impiega questa varietà batterica trovata in Kenia. Ma nella cifra d’affari annuale con Glucobay, di circa 280 milioni di Euro, neanche un centesimo va all’Africa Orientale.

Altre imprese che usano questo metodo sono “Syngenta”, “BASF”, “Dow”, “Monsanto”, “Du Pont”.

In Messico è prevista una riserva naturale (biosfera) con l‘opportunità per imprese come “Bayer AG” e “Monsanto” di sfruttare scientificamente la “natura vergine”. Ma c’è un ostacolo: gente che vive lì da sempre con un rapporto con il proprio ambiente decisamente migliore di quello che attua “Bayer AG” in tutto il mondo. La “compagnia per la Collaborazione Internazionale” finanzia la riserva biosfera naturale, appoggiata dal governo regionale; questo è strettamente legato al “Partito Rivoluzionario Istituzionale” -PRI- che a sua volta collabora con i paramilitari di destra. La situazione in Chiapas negli ultimi mesi è di nuovo soggetta a un’escalation attuata dal governo messicano a dai paramilitari, con uno zapatista assassinato e 15 gravemente feriti.

Sono passati già più di vent’anni dall’introduzione dei veleni agricoli Poncho e Gaucho di “Bayer AG”: sono impiegati massicciamente in agricoltura come antiparassitari, dove non agiscono solo contro i parassiti che si vuole contrastare ma attaccano anche le api. La moria delle api è dovuta, oltre che alla varroa, anche all’impiego dei pesticidi che finiscono nel terreno e nel circuito dell’acqua, danneggiando così anche i pesci e gli uccelli, i vermi ed un’infinità d’altre specie. Così avvelenano ed alterano i circuiti naturali in profondità e misura molto più massiccia di quel che è capace la distruzione di una foresta. Non per dire che questa sia di minor entità, ma che la prima succede in modo meno visibile.

La regolamentazione EU ed USA sui sementi favorisce le multinazionali agricole (come anche “Bayer AG”). Le piante che non corrispondono agli interessi di profitto dell’industria alimentare ed alle sue norme non sono più né coltivate né ammesse alla commercializzazione. Le monocolture di piante per l’esportazione e per la produzione di benzina biologica come, per es., la colza, nei decenni hanno portato ad una moria di ogni sorta di specie, che è una delle principali cause della fame nel mondo. Negli ultimi cent’anni è sparito circa il 75% di tutte le specie vegetali note (per la produzione alimentare); la riduzione a poche specie rende più vulnerabile l’agricoltura mondiale ai cambiamenti ambientali ed espone, laddove non ne sono già pienamente colpite, milioni di persone al rischio di una crisi della fame. Le poche specie coltivate sono decise dalle agromultinazionali e commercializzate dalle stesse; quel che minaccia tuttx ed ognunx si chiama tecnologia terminator. In pratica: per es. un seme di una varietà di mais alterato mediante la tecnologia terminator non si può più seminare e questi semi sono rovinati in modo che non producano che frutti e piante degenerati… un processo che peggiora con ogni generazione.

Le tendenze alla monocoltura, alle piante per l’esportazione, al “Landgrabbing” -accaparramento massiccio di terreni dei grandi paesi ed attori economici nei cosiddetti “paesi sottosviluppati” ma non solo, il fenomeno interessa, per es., anche zone come l’ex-DDR… (il trad.)- alle tecnologie terminator esistono già da decenni ma ora si intensificano notevolmente. Anzitutto l’affermazione giuridica è un processo degli ultimi anni; nel contempo assistiamo ad una monopolizzazione mai così avanzata come ora. Le 10 più grandi multinazionali delle sementi/agricole controllano già il 74% del commercio mondiale delle sementi e nuovi decreti rafforzeranno ancora la nostra dipendenza da queste multinazionali.

 

Contro l’oscenità delle condizioni:

Tutti questi esempi sono solo tali: “Bayer AG” partecipa a tantissime altre distruzioni e non è l’unica e nemmeno poco nota per questo. Anche se la concretezza dei casi citati non sarà nota a chiunque, gran parte della popolazione tuttavia sa bene che i pesticidi sono nocivi. Similmente al rifiuto dell’ingegneria genetica; tuttavia ci sono delle continue offensive ed aggressioni lobbystiche delle multinazionali agricole, e spesso hanno in gran parte successo. Un ricorso ai tribunali ed agli iter statali non possono essere il piano di scontro quando si tratta di compagnie miliardarie: denunce e processi in tribunale possono, semmai, portare a dei piccoli cambiamenti che dopo alcuni anni e qualche milione sono di nuovo annullati. Una messa in questione fondamentale della ragion d’essere di compagnie come “Bayer AG” non avverrà mai su questo piano. La società deve comprendere chiaramente i rapporti totalitari del capitale e sottrarvisi. Così non è neanche minimamente possibile, si può tranquillamente affermare in generale, ma è dimostrabile anche a livello di pratica spicciola. Così, nelle notizie sugli interventi antifa contro una bettola collaborante con i nazi fu riportato che fra gli ospiti ci sono anche dei manager di “Bayer AG”. La responsabilità delle proprie azioni sarà anche da considerarsi maggiore se collocata entro una visione decisamente nazionalsocialista, che quella di una mera esecuzione delle direttive del profitto, tuttavia questo confronto positivo tra nazi e manager della “Bayer AG” dimostra la natura della coscienza riscontrata: che se ne frega dell’appropriazione, da parte di una ditta, di un enorme terreno, delle videocamere che riprendono le strade, dell’architettura sicuritaria ed anche della cinica pubblicità “Bayer-Sciencie for more profit” e citiamo Thomas Josef Dunning.

Il capitale è terrorizzato dall’assenza di profitto o da un profitto molto piccolo come lo è la natura dal vuoto. Con il corrispondente profitto il capitale diventa ardito. 10% certi e si può applicare ovunque; 20% e si fa vivace; 50% e positivamente spericolato; per un 100% calpesta ogni legge umana; 300% e non esiste più crimine che non sia disposto a commettere, addirittura rischiando la forca.”

E’ stata, infatti, l’architettura sicuritaria che ha praticamente sventato il nostro attacco: ci siamo avvicinatx dal retro passando i binari ferroviari e purtroppo ci siamo ritrovatx davanti ad un doppio steccato munito di telecamere. Che la ditta fosse munita di una sorveglianza 24 ore su 24 a tempo reale con guardiola ci era noto, perciò abbiamo scelto le molotov, tuttavia la distanza era troppa e non siamo riuscitx a danneggiare i veicoli parcheggiati.

Abbiamo deciso di pubblicare lo stesso la dichiarazione, considerandola anche come un appello ad attaccare la “Bayer AG” in luoghi meno protetti o a trovare metodi migliori. L’intero fallimento pratico dimostra anche i limiti che possono avere gli interventi militanti: una compagnia come Bayer può tranquillamente spendere varie centinaia di migliaia di Euro per la realizzazione e il mantenimento di un concetto di sicurezza e, se ci fosse una pressione militante maggiore, potrebbe investire anche molto di più. Per questa ragione vogliamo di nuovo affermare che la militanza è solo uno dei mezzi della resistenza.

La distruzione perpetrata in tutto il mondo dal capitalismo contro l’uomo, gli animali e la natura rende necessario un movimento al quale possono aggregarsi tuttx ed ognunx, capace di comprendere i valori di una vita migliore e capace di realizzare questi stessi valori. Per ora sembrano fattibili solo le lotte di difesa, come se fossimo un gruppo di Don Quijote che lotta contro i mulini a vento quando gettano delle molotov in un cortile sul retro… ma è anche vero che Don Quijote con le sue “idee obsolete” sulla decenza e la dignità, come anche sui valori da salvaguardare, fece coraggio a chi combatteva al suo fianco.

Noi ci opponiamo alla normalità distruttiva ed innalziamo dei fari nell’oscurità.

Sappiamo di non essere solx e vediamo gli altri fari.

Una società solidale è possibile.

L’autosostentamento non nocivo è fattibile.

Una coesistenza con i processi naturali facendo meno danni possibili è fattibile.

Respingiamo l’oscenità dei rapporti capitalisti ed indichiamo lx nostrx amicx in Messico, salutiamo tuttx delle cellule ALF/ELF che liberano i campi, il Vulcano Grimsvotn e lx compagnx che, per la liberazione della Terra, degli animali e dell’uomo, sono nelle galere della democrazia.

Per una società dove la dignità, la libertà, la giustizia e la natura hanno di nuovo un futuro senza terrore e veleni.

 

Gruppo Informale-Ecostruggletendencies

 

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